Per fare un check up aziendale sono necessari, innanzitutto, gli ultimi bilanci disponibili e una previsione del bilancio dell’esercizio in corso per l’azienda da analizzare (e se del caso, delle collegate e dei rami d’azienda) ed in secondo luogo le tabelle, anno per anno, dei dipendenti (se è possibile le stime ULA, unità lavorative annue).

Se la società è collegata ad altre società (nel senso che controlla o è controllata da altre società) sarà necessario analizzare anche i loro bilanci e costruire un prospetto dei rapporti inter-societari relativo almeno all’ultimo esercizio in esame, con lo scopo di verificare se c’è una influenza attiva nella situazione di crisi, determinata dalle società collegate.

Se la società è strutturata per rami d’azienda o sedi, toccherà analizzare anche gli andamenti economici dei singoli rami aziendali, con lo scopo di verificare se esistono “rami secchi”, che consumano reddito e liquidità e che non hanno prospettive di sviluppo.

Converrà impostare un foglio elettronico o un data base in maniera che permetta di estrapolare dai dati di bilancio le informazioni e che consenta di proseguire il monitoraggio anche in futuro, quando ci sarà da verificare gli effetti del provvedimenti intrapresi.

Il check up ha l’obiettivo di dedurre dal bilancio un rendiconto finanziario e di determinare gli indici (di liquidità, di gestione, di indebitamento, di redditività e di crescita, con le relative “accettabilità”), le grandezze (margini della struttura patrimoniale, cash flow, capitale investito e relativo grado di copertura), i punteggi per la valutazione della classe di affidabilità finanziaria (score indicators for financial reliability rating).

A che servono tutti questi numeri? A niente, se non sono organizzati in maniera da rivelare tendenze e quantificare i problemi. A tanto se si utilizzano per analizzare i rischi, definendo soglie di allarme.

Per esempio: se il margine operativo lordo è positivo ma la PFN (l’esposizione finanziaria netta) è particolarmente critica e gli oneri finanziari sono talmente alti da mangiarsi ogni margine di guadagno il problema è la scarsa patrimonializzazione, da un lato, e il distorto utilizzo di finanziamenti bancari: molto probabilmente l’azienda utilizza scoperti e fidi a brevissimo termine. Si impone, in questo caso, una ristrutturazione del debito verso le banche o un intervento dei soci per la patrimonializzazione della società, o entrambi.

Se invece abbiamo una buona PFN ma un margine operativo lordo insufficiente può essere necessaria una revisione del modello di business, concentrando l’attenzione sui prodotti o i servizi a maggior valore aggiunto.

Su richiesta (mail) è possibile ricevere gratuitamente un foglio elettronico in cui caricare i dati di bilancio degli ultimi 5 anni, ottenendo in automatico rendiconto finanziario, indici, grandezze e rating score e un foglio elettronico in cui è possibile riportare gli inter-scambi di gruppo, ove fosse necessario.

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