E’ il documento conclusivo, nel quale, partendo sinteticamente dalle analisi sviluppate nel rapporto sullo stato del sistema, nel check up aziendale e nel competitor focus, descrive la la strategia, gli obiettivi e le articolazioni “tattiche” e le modalità operative del percorso di uscita dalla crisi o di miglioramento della gestione.
Per esempio: di fronte ad una crisi dovuta al calo del fatturato per ragioni generali di mercato e per ragioni interne di resistenza all’innovazione e di scarsa competitività l’imprenditore ha deciso di non puntare ad una estensione/diversificazione del mercato (nuovi prodotti/servizi, nuove sedi) ma ad un attestamento su linee di prodotto o servizio a più alto valore aggiunto.
Nel piano industriale, una volta definito l’intento generale (strategico) si procede a riportare, con dettagli qualitativi e quantitativi gli obiettivi da raggiungere sul piano economico (per es: aumento della redditività), finanziario (per es: compatibilità dei rimborsi dei finanziamenti con il cash flow), organizzativo (per es: responsabilizzazione dei quadri intermedi), produttivo (per es: maggiore automazione di alcune fasi di produzione) e di marketing (per es: revisione dei modelli di vendita)
Per ogni obiettivo potrebbe essere redatta una “scheda” in cui siano elencate le modalità con cui si intende raggiungere l’obiettivo stesso. Per esempio, se si intende aumentare la redditività nell’ambito di una strategia non espansiva potrebbe essere necessario ridurre i costi, tagliando acquisti e anche personale nei settori ritenuti meno interessanti dal punto di vista del valore aggiunto. Oppure, se si intende raggiungere un equilibrio tra le capacità di cash flow e i rimborsi dei debiti potrebbe essere necessario rinegoziare con le parti interessate (banche, grandi fornitori) tempi, modalità e interessi del debito stesso, arrivando ad una ristrutturazione che si presenti compatibile con le possibilità di restituzione.
Per ogni “scheda” gli obiettivi e le modalità per raggiungerli dovrebbero essere sottoposte alla valutazione d’impatto
Si potrebbe utilizzare la matrice SWOT per valutare i fattori interni (punti di forza o strengths e debolezze o weaknesses) e i fattori esterni (opportunità o opportunities e minacce o threats) definendo gli effetti possibili dei rischi (incertezze) sull’azienda
Definito il quadro d’insieme si potrebbe procedere con la valutazione dell’impatto vera e propria che può essere effettuata, per esempio, stimando per ogni “effetto dei rischi” la “gravità” ovvero il peso e l’incidenza che può avere sull’azienda, ed il grado di probabilità, ovvero la possibilità di accadimento. La combinazione di gravità e probabilità (moltiplicando i relativi valori numerici) consentirà di approssimare la stima dell’impatto e quindi della convenienza della scelta ipotizzata.
Il piano industriale può concludersi con un bilancio previsionale, nel quale le azioni correttive, i miglioramenti, le revisioni del modello di business vengono tradotte in numeri, con un processo inverso a quello del check up aziendale.
Su richiesta (mail) è possibile fornire gratuitamente un modello in formato modificabile e un foglio elettronico per costruire il piano industriale ed il bilancio previsionale.
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